Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

rendeva manco stabile la pace, anzi destava in tutti maggiore prontezza a procurare di spegnere sollecitamente tutte quelle faville che origine di nuovo incendio essere potessino». 32 A questa funzione della diplomazia Guicciardini aveva fortemente creduto, sin da quando, non ancora trentenne, fu inviato dalla repubblica fiorentina come ambasciatore in Spagna: «mandarono, con dispiacere grande del re di Francia, al re d'Aragona, imbasciatore Francesco Guicciardini, quello che scrisse questa istoria, dottore di legge, ancora tanto giovane che per l'età era, secondo le leggi della patria, inabile a esercitare qualunque magistrato» .33 E, della sua arte diplomatica, avrebbe dato prova negli alti incarichi di governo affidatigli da Leone X a Modena, a Reggio, e poi, come «presidente» di tutta la Romagna: sino a diventare, di fatto, l'ispiratore della politica pontificia. Né le delusioni successivamente subite, le accuse che gli erano state mosse dal governo della sua città, gli avevano tolto fiducia nella "discrezione", nel «buono e perspicace occhio» cui più volte si rifànei Ricordi. Tornerà ad esercitare importanti funzioni politiche e diplomatiche; ma quando verrà messo praticamente al bando da Cosimo I nel 1537, tre anni dopo la morte di Clemente VII con cui si conclude la Storia, non gli rimarrà che rimeditare in una chiave distaccata e amareggiata «le cose avvenute a memoria nostra in Italia»:34 il grande libro che diverrà noto, appunto, come Storia d'Italia: 80 Dalla cognizione de' quali casi, tanto vari e tanto gravi, potrà ciascuno, e per sé proprio e per bene publico, prendere molti salutiferi documenti: onde per innumerevoli esempli evidentemente apparirà a quanta instabilità, né altrimenti che uno mare concitato da' venti, siano sottoposte le cose umane; quanto siano perniciosi, quasi sempre a se stessi ma sempre a' popoli, i consigli

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