Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

ra gallica non ha bisogno di essere dimostrato, così non è, almeno in prima istanza, nel caso di un'opera che si vuole dichiaratamente «oggettiva», come la guicciardiniana Storia d'Italia;26 nella quale, del resto «il Guicciardino», come egli si denomina, appare soltanto a narrazione inoltrata, a partire dal sesto dei dodici libri complessivi, e svolge un ruolo di un certo rilievo unicamente nel XIV e successivamente, nella funzione di governatore di Modena e Reggio per conto della Santa Sede, e poi di commissario generale dell'esercito pontificio. In una nota pubblicata nel numero 50 di questa stessa rivista27 ho accennato alle ragioni che rendono ipotizzabile una forte tonalità autobiografica in tutta l'opera di Guicciardini (e non solo nel senso flaubertiano per cui «MadameBovary c'est moi») . Sulla Storia mi ero limitato a osservare: «Sicché ogni pagina su cui Guicciardini si affatica viene ad assumere la connotazione di un'indagine autobiografica, di un continuo rapportare di se stesso al mondo: un se stesso che, in più luoghi della Storia, e particolarmente nella difesa di Parma contro i Francesi, benché 'uomo di professione aliena dalla guerra', 'non uomo di guerra', per rispetto all'onore e alla fede data, seppe preferire, alla facile resa, 'o vincere o morire'».28 In quella singola occasione toccò in sorte a Guicciardini, di «vincere»; ma la Storia d'Italia, al contrario, è la narrazione delle complesse vicende che condussero a una drammatica sconfitta: quella dell'equilibrio politico e diplomatico che aveva consentito all'Italia di attraversare un periodo per cui «le cose universali erano allora più liete e felici»29 che mai. Merito precipuo dell'«industria e virtù»30 di Lorenzo de' Medici, ma anche di «Ferdinando d'Aragona, re di Napoli, principe certamente prudentissimo e di grandissima estimazione»;31 merito, soprattutto, di un abile ed efficace lavorio diplomatico che faceva sì - nella pur reciproca emulazione e ambizione dei vari potenti - che nessuno di essi avesse a prevalere: «il che non 79

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