Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

servirà dopo la vittoria per l'inseguimento. Adesso andiamo all'attacco" e mosse contro i nemici a piedi.23 Cesare: Cesare, fatto allontanare e mettere fuori vista il suo cavallo, poi quelli di tutti gli ufficiali, per rendere uguale per ognuno il pericolo e togliere la speranza della fuga, esortò i suoi uomini e attaccò battaglia.24 Di contro all'innalzamento di tono prodotto, nella scrittura del biografo, mediante l'inserzione di una frase «storica», si pone, ancora una volta, in Cesare, la scelta di un accorgimento «tattico»: «togliere la speranza della fuga». Nel dare inizio a quella continuazione della Guerra gallica che ne costituisce il libro ottavo e ultimo, Aulo Irzio, nella sua giustificazione al lettore per avere osato di «aver fatto posto ai miei tra gli scritti di Cesare», ricorda «con quale facilità e rapidità [Cesare] li ha dettati».25 • Di nuovo, questa volta in un commento extratestuale, emerge in primo piano il concetto di «rapidità». È un emblema, un contrassegno, che marca al pari della peculiarità di Cesare comandante militare, quella di Cesare scrittore, che rende il «romanzo» di sette anni di guerra compatto e coeso come un «racconto breve», ove spazio e tempo - evenemenziale e narrativo - si coagulano nella tensione alla vittoria; e al suo conseguimento sul terreno e sulla pagina, contro il nemico in armi e contro il rischio di ogni possibile tentazione di infingimento esornativo. 5. La Storia d'Italia: o della sconfitta. Se il carattere autobiografico dell'Anabasi o della Guer78

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