Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

iter, equo admisso-a tappe forzate, per la via più breve, a briglia sciolta, ecc.). Questa stessa «velocità» e concentrazione degli eventi bellici (o le collegate trattative diplomatiche) fa sì che nei Commentari manchino pressoché interamente le digressioni su aspetti e costumi delle popolazioni incontrate, o quegli anedotti che hanno dato fama a Senofonte di essere uno scrittore caratterizzato dalla «curiositas». Anche il non breve excursus del VI libro (XI-XXVIII),21 pur se indulge a una certa descrittiva dei costumi dei Galli e dei Germani, che tocca persino l'ambiente naturale in cui rispettivamente vivono, e i suoi animali, appare finalizzato ad una migliore comprensione del loro diverso comportamento in guerra. Vi fu un tempo in cui i Galli erano più valorosi dei Germani, portavano loro guerra e, per l'eccessivo numero degli abitanti e la scarsa quantità di terre, maridavano colonie oltre il Reno... Ma oggi, mentre i Germani, che conducono sempre la stessa vita di privazioni e di povertà, tollerate pazientemente, sono rimasti fermi allo stesso grado di civiltà, i Galli, invece, per la vicinanza con la nostra provincia e la conoscenza di cose importate da terre oltremare, molto hanno appreso riguardo agli agi della vita. Si sono, quindi, a poco a poco abituati a considerarsi più deboli e sono stati vinti in molte battaglie; tanto che oggi essi non pensano neppure di paragonarsi ai Germani per valore militare.22 Nello stesso quadro si inserisce il suo rifuggire dall'aneddotica. Ecco come, ad esempio, lo stesso episodio che si riferisce alla battaglia decisiva contro gli Elvezi, viene raccontato da Plutarco e da lui; Plutarco: ... ordinò le sue truppe in formazione di combattimento. Quando gli fu portato il cavallo, disse: "Mi 77

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