Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

scontro che ne seguì, alla morte di Ciro e alle vicende dei Greci sopravvissuti, che raggiunsero, dopo un lungo viaggio e tra molte peripezie, la costa, sono state narrate da Temistogene siracusano». Temistogene non è mai esistito, né si debbono considerare.chiarite le motivazioni per cui Senofonte rese pubblica la sua opera con questo pseudonimo. Plutarco (DegloriaAtheniensium, 345, E),11 osservava che l'intenzione di Senofonte era quella, attribuendo il libro ad un altro, di «ottenere maggiore credibilità, parlando di se stesso come di un altro o concedendo ad un altro la gloria delle parole». Vi è tuttavia, in questa sintesi che le Elleniche fanno dell'Anabasi, un'altra particolarità: il contenuto cui si fa riferimento riguarda soltanto i primi quattro libri, quelli che si concludono con l'arrivo dei Greci in vista del mare, con la salvezza. Nulla vi si dice, invece, dell'ulteriore attività di Senofonte, e delle vicende dei diecimila, quali sono narrate nei tre libri restanti: una singolare anomalia, come lo è, a guardar bene, quella che gli fa intitolare la sua opera «Anabasi di Ciro», un titolo che si attaglia unicamente al primo dei sette libri complessivi. D'altra parte, bisognerà attendere sin quasi alla fine di questo primo libro, il giorno stesso della battaglia di Cunassa, perché Senofonte vi si nomini. Ma il suo primo affacciarsi tra le righe della narrazione lo mette subito in evidenza: nientemeno che un breve colloquio con Ciro in persona: Ciro si stacca di alcuni passi dal suo esercito per osservare i due schieramenti, facendo girare il cavallo ora verso i nemici ora verso i suoi. Senofonte ateniese, della schiera dei Greci, lo vede e sprona verso di lui, per chiedergli se ha qualche ordine da impartire. Ciro si ferma un istante e gli ordina di riferire a tutti che combattono sotto favorevoli auspici. Non ha smesso di parlare che sente un mormorio lungo le sue file, e si affretta a 71

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==