Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

Hans di instaurare una relazione tra il proprio fapipì e l'oggetto dell'abilità artigianale dell'idraulico, il membro dell'uomo e il fallo artificiale nell'educazione di Eugénie de Mistival nella Philosophie dans le boudoir. Anche qui si parte dalla doppia negazione che Sade usa parlando della famiglia, «non nascono che bambini ai quali la conoscenza del padre è assolutamente interdetta e con questa anche la possibilità di non appartenere che a una stessa famiglia». E questa doppia negazione che fa lo «stile» è la stessa che vale per la riuscita della rivoluzione, per la quale, dice Sade, non basta togliere le immagini di Dio, ma bisogna occupare il vuoto lasciato, nel quale potrebbe insinuarsi il teismo puro, con le antiche statue degli dei pagani: ecco la riscrittura. Una nuova toponomastica, al suo tavolo alla sezione delle Picche, è il lavoro, il disegno cui si dedica Sade: ogni vecchio nome di via deve essere cancellato, ma anche riscritto, e poiché il nuovo spesso è fragile, ci si rivolge alla scrittura più antica perché ricopra quella più recente: Solone o Cice- • rane ricoprono rue Saint-Lazare, Regolo si sovrappone ai Capuccini, Catone e Licurgo cancellano nomi che non ricordiamo già più. I due grandi versanti delle opere di Sade, Aline e Valcour, Adelaide di Brunswick, da una parte, Juliette, le 120 Giornate di Sodoma dall'altra, di cui solo il secondo viene di solito ricordato, perché si usa leggere Sade come maestro di erotismo, stanno a rappresentare natura e artificio, ma lo stile dell'inversione fa sì che ciascuno si possa leggere solo attraverso l'altro. Nella Philosophie, in cui li troviamo entrambi, immoralità ed etica, la pratica dell'inversione è continua: «la notte del silenzio» invece del ((silenzio della notte» e ancora: ((si aggrapperà al vostro collo come quelle madri che portano i bambini sulla schiena», e ancora: ((creando gli uomini, è piaciuto alla natura differenziare il loro gusto ( a) come le 7

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