Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

di distanziazione, di un artificio retorico per simulare una presunzione di oggettività, bensì, come sottolinea Jakobson, di una specifica caratteristica delle narrazioni improntate all'«epica»,7 che è certo il caso, pur entro le loro differenziazioni, dei tre testi considerati. Testi intensivamente diegetici, si è detto ancora: che tuttavia, quasi ad accentuare l'impronta di «veracità» ricorrono ad una delle modalità classiche della mimesi: la frequente inserzione, in forma diretta o libera indiretta, di discorsi pronunziati dai protagonisti o da altri tra i personaggi della narrazione. Ciò consente, nel caso della Storia d'Italia, al suo autore, relativamente parco di notizie sul suo operato, di esprimersi, all'occorrenza, in prima persona; di dire «io»; e in ogni caso, anche allorché il discorso non esca dalla sua forma indiretta, di marcare la personalità dell'attore/autore con una esplicita serie di tratti che ne connotano, al di là delle res gestae, i procedimenti oratori e la struttura argomentativa che ad essi presiede. Spesso, anzi, questi, «discorsi» segnano di sé momenti «alti», cruciali, degli eventi: la vigilia di una battaglia, una crisi, rinunziataria, di scoraggiamento, la tendenza a infrangere, in qualche caso, quella disciplina delle armi che è la sola garanzia di salvezza, o di vittoria. Altre volte - e ciò si verifica reiteratamente nella Storia d'Italia - la saggezza e «verità» dell'argomentazione non riesce a farsi strada di fronte a stati d'animo od opposti argomenti: la sconfitta della «ragione» porta così all'insuccesso, o alla catastrofe, nella prassi. L'artificio della inserzione dei «discorsi», là dove essi vengono tenuti da diversi locutori e si presentino come contrapposti, introduce un altro elemento tipologicamente proprio del romanzo: la dialogicità. Il riferimento a Bachtin è d'obbligo, anche se, nel caso degli autori da noi considerati la forte impronta stilistica caratterizzante attenua in larga misura la «plurivocità» che la mimesi dialogica, in ogni caso, sollecita. E ciò vale, di nuovo, sia che 68

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