Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

possedere nel proprio cuore, chiamare quando lei è assente, sono i sentimenti di chi l'osserva, la spia o la segue, senza mai varcare i confini immacolati della sua magica figura. Ciò non elimina la frequenza con cui i due rapporti metonimici si rendono indistinguibili. Quando un personaggio di Pirandello conclude la sua «Parabola»,27 affermando di essere la figlia della signora Frola e la seconda moglie del signor Ponza (e di essere, per sé, nessuna) - Il Pre:fetto. Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l'una o l'altra! Signora Ponza. Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede - la contiguità interna si-risolve in quella esterna, l'ontologia nella doxa. Giovanni Bottiroli NOTE 1 Una versione ampliata di quest'articolo è prevista per un libro sulla retorica attualmente in corso di stesura. I contenuti di tale libro sono parzialmente anticipati in G. Bottiroli, Retorica della creatività, Torino, Paravia, 1987 e in La retorica allargata, «Quaderni di ricerche semiotiche», (1987). 2 Non può essere considerato un indice di «apertura» il fatto che ogni attante greimasiano sia moltiplicabile da uno specifico «quadrato». 3 Troppo indeterminata è anche la distinzione tra personaggi mobili e immobili in Lotman (1970, trad. it. p. 281). 4 Cfr. Bottiroli (1986). 5 Ci sembra di estrema importanza la distinzione tra un implicito relativo e un implicito assoluto (Ducrot 1980, pp. 1084-85): cioè tra implicature circoscritte, facilmente riconoscibili, «piccole» e implicature che sfuggono all'intenzionalità del locutore, che si accrescono e si modificano nel tempo, e che perciò si possono chiamare «grandi». 6 Cfr. Traversi 1957. 7 In quasi tutta la narratologia: una valutazione a parte meriterebbero Barthes e Kristeva, così come il «modello misto» semio-psicoanalitico di Serpieri. 62

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