Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

pensarci, quando si guardava il suo viso cosparso di piccoli punti bruni e in cui galleggiavano soltanto due macchie più azzurre, era come se si guardasse un uovo di cardellino; spesso, invece, come se si guardasse un'agata opalina lavorata e lucidata su due facce soltanto, dove, in mezzo alla pietra bruna, lucevano come le ali trasparenti di una farfalla azzurra gli occhi in cui la carne si fa specchio, dandoci l'illusione di lasciarci, più che nelle altre parti del corpo, accostare all'anima.· Ma, di solito, ella era anche più colorita, e quindi più animata; a volte, rosea nel suo viso bianco, era solo la punta del naso, fine come quello di una gattina sorniona con cui veniva voglia di giocare; a volte le gote erano così lisce che lo sguardo scivolava, come su quello di una miniatura, sullo smalto rosa che il coperchio socchiuso e sovrapposto dei capelli neri faceva apparire ancora più delicato, più interiore; accadeva che il colorito delle sue gote prendesse il rosa violaceo del ciclai:nino, a volte anche, quand'era congestionata o febbricitante, e dando allora l'idea di un organismo malato che abbassava il mio desiderio a qualcosa di più sensuale e faceva esprimere al suo sguardo qualcosa di perverso e malsano, la porpora cupa di certe rose di un rosso quasi nero; e ognuna di queste Albertine era diversa com'è diversa ognuna delle apparizioni della ballerina di cui m_utano i colori, la forma, il carattere, secondo i giochi infinitamente variati di un proiettore luminoso.12 C'è un filo conduttore che percorre queste apparizioni? Probabilmente sì: sono i volteggi di un cromatismo parco, volubile e ricorrente, che permettono - al Narratore come al lettore - di riconoscere in ognuno di questi visi quello di Albertine. La «trasparenza violetta» diventa una tinta «rosea», quando dal fondo degli occhi risale · verso le gote; poi la medesima tinta si ritrae sulla punta del naso, poi torna sullo smalto delle guance, per acqui52

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