Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

che tocca e rileva tutti i particolari e piega ogni cosa al movimento nella propria articolazione. Così l'esattezza è, prima di tutto, il segno di una percezione individuale, e si manifesta anche per espressioni metaforiche, come quella che designa il movimento dell'aria - «venuta fuori a goder il benefizio di dilatarsi»-, rivelando la sensibilità del soggetto proprio nel precisare la condizione di un fenomeno, il suo stesso spazio. Lo stile va in profondo, al nesso di visione reale ed espressione, e compenetra tutti i livelli del messaggio, tutto il lavoro della lettera: non si apprende solo dalla facoltà e dai modi della «cristallina esposizione», dai caratteri formali della «grazia». Il suo valore - in un segno, in una modulazione - può estendersi anche alla sostanza della definizione scientifica: sopperire all'astrazione concettuale, alla formula non ancora postulata. In un «argomento» che si trae dall'indagine negli organi degli animali interviene una cifra narrativa formata da un linguaggio familiare, come se la prova scientifica confermasse un'immaginazione che si fa di frequente per cose cui non arrivano gli occhi. Soffiando in un «cannellino», si gonfiò la «vescica» di «una lasca morta nel voto», ed «ella tenne benissimo il fiato»: Prova assai bella per trarne chiaro argomento che l'aria senza rompere sa tuttavia ritrovare alcun passo, cui la debolezza non giugne degli occhi nostri. (p. 154) Una conclusione sbagliata, ma formulata con rigore, arriva a definire un ipotetico condensamento dell'acqua, «nell'agghiacciare», come una «paura», per la quale l'elemento si serra addosso il coperchio del vaso in cui è chiuso, fino a schiantarlo: 30 essendo violentata dalla virtù del freddo a ristrignersi in minore spazio, essa per paura di lasciar

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