Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

analogici, anche nei più piccoli dettagli; e ogni volta, per segni puntuali, induce nella lettura la certezza che niente - niente di essenziale-dell'allestimento dell'esperienza e del suo processo, della tecnica, d�lla dimostrazione, niente di quanto s'è scoperto è andato perduto o è stato alterato. Le materie degli accidenti vari di diversi animali messi nel voto, che si prestavano particolarmente ad una elaborazione favolosa, sono svolte da un efficace racconto in un'inconfondibile aura di lavoro scientifico, con l'annotazione colorita quanto precisa di ogni gesto, col disegno degli strumenti e del loro impiego. Un «diligente notomista» ha aperto il torace di un ranocchio morto nel vuoto: Da principio non se gli trovavano i polmoni, tanto erano raggricchiati in se stessi per votamento d'aria. Pure, soffiando per un fil di paglia in quel meato ch'egli hanno sotto la lingua per pigliar fiato, si dispiegarono; onde si vedde che la maggior parte dell'aria che v'era dentro quando l'animale fu rinchiuso, era venuta fuori a goder il benefizio di dilatarsi nello spazio voto senza lesione alcuna de' suddetti vasi, perocché gonfiati non isfiatavano. (pp. 151-152) Anche la lettura di questo passo, e di tutta l'esperienza delle peripezie di «piccoli e delicati animaletti» (pp. 147-155), è portata a incontrare il soggetto dell'esposizione, che pure non si dichiara, e a identificare nel passato del racconto elementi reali di tempo- che possono essere «il moto, il volo, il respiro ed ogn'altro accidente» patito da quegli animalettiin rapporto al tempo di colui che racconta. Le cose della scienza sono tutte a posto: qui, i polmoni di un ranocchio raggricchiati, il filo di paglia per soffiare, il punto di quel meato, i vasi che si dispiegano e non sfiatano, il referto negativo sulle lesioni. Ma nella forma dell'enunciazione, nella sua stessa esattezza, si distingue lo sguardo del soggetto, 29

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