Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

temporale dell'esperienza e degli stessi dati della dimostrazione s'identifica l'istanza narrativa, che anche noi chiamiamo «voce», come consiglia Genette per poter adottare «connotazioni psicologiche un po' (pochissimo, ahimè!) meno evidenti». L'importante è rilevare che anche l'enunciato dei Saggi di naturali esperienze spesso non si lascia decifrare «senza che venga preso in considerazione chi lo enuncia, e in quale situazione egli lo enunci»19• Non ci pare neppure che sia davvero atemporale un enunciato come questo: Le perle e 'l corallo (com'ognun sa) nell'aceto stillato si solvono. Nelle frasi al presente, che subito lo seguono, si possono scorgere i segni di una narrazione così vicina al suo oggetto, così intenta e «partecipante»- per usare un termine di Benveniste-, da svolgersi come simultanea; segni o impressioni di una «determinazione temporale dell'istanza narrativa », per cui ci sembra di vedere, per queste frasi che si annettono l'enunciato e i suoi oggetti- le perle, il corallo, l'aceto-, un'esperienza mentre è in corso: Fassi però quest'operazione nell'aria con gran lentezza e consiste in un finissimo scioglimento di bollicelle minutissime, le quali da' corpi delle perle e del corallo medesimo si veggono sollevare. Le precise flessioni superlative delle qualità dello scioglimento e delle bollicelle suonano istantanee, ed è come se l'effetto di simultaneità si dichiarasse in quel si veggono coniugato per il soggetto della narrazione e per noi lettori. Del resto, l'esperienza continua con l'osservare- si direbbe per il tempo di osservare-il modo in cui le bollicelle vengono a galla, e se la trasparenza dell'aceto si guasti, e come il corallo-questo corallo, non polverizzato finissimamente - si sciolga più lentamente delle perle: 26

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