Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

essa a foggia di cono, con punta assai aguzza e serrata. Preparato in questa forma lo strumento e collocato sul suo sostegno, s'incomincia ad empiere per di sopra di neve o di ghiaccio...»; «Leghisi una vescica come AB C sotto la palla D, e fatto in essa il voto, s'arrovesci 'n su, sì che venga a fasciarla. Dipoi con una verghetta di cristallo...»; «Si fermi con lo stucco a fuoco una lente di cristallo come AB su la bocca del vaso AC, la qual bocca abbia l'orlo alquanto arrovesciato in fuora e spianato... Si faccia il voto, e fatta buia la stanza, s'accosti una candela accesa»; «Nella palla del vaso AB s'attacchi una pastiglia nera o altro bitume di colore scuro, in cui il fuoco agevolmente s'apprenda. Di poi, fatto il voto, si procuri d'accenderla allo splendor del sole con lo specchio ardente. Vedrassi...». Tutto è detto come è fatto e si fa; non c'è niente da ricordare, da evocare. I Saggi però s'addentrano spesso nel tempo dell'evocazione e del racconto, e riportano l'esperienza e la sua dimostrazione come una storia. Ci risolvemmo finalmente a far gettare [fondere] una palla d'ottone tutta d'un pezzo della grossezza in circa di due piastre, la quale non avesse altra apertura che da piede, ma in guisa da potersi serrare con una saldissima e perfettissima vite. A fine poi di poterne cavar intera la palla del ghiaccio, vi facemmo delicatamente accennare all'intorno un graffio, sul quale subito seguito l'agghiacciamento, rimettendola in sul torno si potesse segare. Questo però fece all'acqua un giuoco mirabile... Qui non si leggono prescrizioni; si vede invece un progetto, come nasce, un lavoro mentre si svolge - perché la voce narrante è lì, dentro l'esperienza: ci risolvemmo finalmente a fondere una palla d'ottone così e così; e sembra proprio una risorsa del momento, come la saldissima e perfettissima vite e quel graffio appena accennato. Po24

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