Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

L'eremita di massa È una storia molto breve, con testo e immagini di Alfonso Font1 , quattro pagine in tutto. Un gruppo di soldati repubblicani spagnoli, in fuga, con i franchisti ormai all'orizzonte, si ferma presso quelli che sono quasi solo i resti di un villaggio, bombardato e saccheggiato; una sosta breve, un po' di cibo, riflessioni disperate, qualche tentativo, anche, di ridere della catastrofe. Una baruffa per disputarsi un pezzo di carne, più sognato che realmente esistente. Arrivano una ragazzina e un bambino molto piccolo che alza il pugno per salutare. Sono laceri e smagriti, li ha richiamati quella parola «carne» più volte urlata dai soldati. Chiedono: «Avete carne?» La risposta è: «No, non abbiamo carne». (Fig. 1, a, b) La ragazzina allora solleva la gonna sdrucita per mostrare che sotto è nuda. «Io posso pagare ...» dice. I soldati non ridono più, indicano ai due bambini i resti della loro zuppa, ripartono subito, nel gelo di un grande e uniforme panorama, duro e stopposo. Font, come tutti i componenti di questo ambito iconografico ispano - latino americano, in cui sopravvive il miglior fumetto attuale a larga diffusione (al di là delle considerazioni su singoli talenti italiani o francesi, oppure sulle ricerche degli sperimentatori, di cui si dovrebbero dire altre cose), è un autore scarno, incisivo, pieno di mordente narrativo. La sua storia esce in Italia mentre le cronache sono piene di bambine stuprate da 186

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