Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

suo padre, che avendo rubato l'amante al figlio, «amava (cptÀ.ÉEOxEv) lei e trascurava (èn:tµatwxE) la sua sposa». IlXXII canto dell'Iliade racconta l'uccisione di Ettore: è il canto centrale del poema, che mostra l'esasperazione e l'eccesso di ogni passione: l'ira di Achille non trova soddisfazione neppure nello strazio del corpo dell'avversario, trascinato attorno alle mura troiane: il pianto delle donne e la disperazione di Andromaca aggiungono drammaticità alla scena. È un libro incalzante, che poco concede alle consuete digressioni, tutto incentrato sul racconto realistico della paura, della crudeltà e della vendetta. Eppure, anche all'interno di questo canto, esistono due brevissimi momenti di pausa, della durata di pochi versi: una scena del tutto diversa, quasi idilliaca e fuori dal tempo, si presenta al lettore: Ettore terrorizzato cerca di sfuggire al Pelide che lo insegue «come il nibbio sui monti», e raggiunge due fontane, alle sorgenti del fiume Scamandro. Qui il poeta aggiunge: Intorno ci sono lavatoi ricchi d'acqua belli, di pietra, dove le vesti vivaci lavavan (n:Mvwxov) le spose dei Teucri e le belle figliuole un tempo, in pace, prima che i figli degli Achei giungessero.8 In questo passo «lavavano» è espresso con un iterativo. Si potrebbe semplicemente pensare che lo sia perché esprime un gesto abituale, ripetitivo, e che la scelta è giustificata da questo fatto. Sarebbe la spiegazione più semplice, ma non sufficiente a mio parere nella logica del linguaggio omerico. Il canto si conclude con il lungo threnos di Andromaca, disperata per l'avvenire proprio e del figlio Astianatte: questi infatti, cacciato dagli amici, che gli rimprovere182

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