Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

con «l'interno di una specola vibratile e subiettiva», indicato da Ezio Raimondi12 , il luogo dell'ispirazione e del linguaggio. Si designi pure l'origine diversamente; quello che conta è riconoscere quel segno soggettivo dell'«estasi sensoriale», che negli scritti del Magalotti può coniugare motivi d'indagine, speculazioni, dati dell'osservazione e delle esperienze, forme di sapere. Il Giintert, ripercorrendo la traccia storica de La formation de l'esprit scientifique di Bachelard, ha individuato la natura e il potere di questo segno, e ha mostrato come la stessa posizione del soggetto, che cerca continuamente di riconoscersi nella forma estatica delle proprie sensazioni, liberate da ogni peso materiale, e come purificate, per così dire, dagli elementi dell'origine, esprima una dimensione sociale del pensiero e della ricerca scientifica. L'estasi sensoriale proverebbe che il segreto dell'universo non può essere penetrato; e la sua stessa particolareggiata manifestazione - nella scrittura - significherebbe la crisi della nuova scienza e il suo ripiegare verso il relativismo, come in un sapiente "disinganno"13: che potrebbe essere il senso più profondo del morbido dilettantismo e della svogliatura del filosofo. Oltre la suggestione dell'occasionale e del frammentario, oltre la cernita delle dilettevoli sperimentazioni, si possono dunque scorgere le linee di un'etica del sensitivo, vale a dire una coerenza e un processo dimostrabili secondo un ordine, nel quale rientrano a pieno titolo i Saggi di naturali esperienze e il rilievo dei rapporti e degli svolgimenti testuali con cui si legano alla varia produzione delle lettere e delle relazioni. <<Sperimentare e narrare» Era-l'unico compito dell'Accademia del Cimento, secondo la dichiarazione posta dal Magalotti, suo segreta17

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