Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

prepara il senso di tale conclusione laudativa nei due sonetti immediatamente precedenti. Il CCLXI, Qual donna attende a gloriosa fama, è un ripercorrimento della tematica dello sguardo portentoso della donna nonché della sua esemplarità; le donne che vogliono attendere a gloriosa fama vengono esortate (secondo un immaginario del Dante lirico) a prendere Laura come modello o, meglio, ad imparare da lei. Ciò che è degno di nota in questo sonetto è l'apparire ai vv. 7-8 di quella che sembrerebbe un'esplicita palinodia del senso ultimo di A ia dolce ombra: nella sestina che chiudeva la forma Correggio, si ricorderà, veniva evidenziata la volontà del poeta di «disinviscarsi» dai lacci d'amore per intraprendere altro sentier di gire in cielo; qui, invece, il poeta consiglia alle donne di mirare «fiso nelli occhi a quella mia/ nemica»perché, fra le altre cose, vi «s'impara[...] qual è dritta via/ di gir al ciel». Alla luce di questo sostanziale rovesciamento (che è un principiare la beatificazione della donna; Laura non è più dunque il pretesto traviante quanto piuttosto colei che incammina alla dritta via), si chiarisce anche il senso dei due sonetti conclusivi, entrambi encomiastici certo ma soprattutto entrambi accentati (fra le possibili virtù encomiabili) sulla castità della donna. Anzi, nel sonetto CCLXII (Cara la vita, et dopo lei mi pare), Petrarca dona a Laura addirittura la voce (ed è una rarità), ritraendola in un dialoghetto con una donna anziana, nel quale ella dimostra come, nella scala dei valori femminili, sia da anteporre l'honestà alla stessa vita. In virtù delle sue stesse parole, dunque, e del conclusivo elogio di Arbor victori'osa tri'umphale (nel quale l'asprezza sdegnosa altre volte lamentata della donna riceve un rovesciamento positivo, talché diviene senno), Laura si sottrae al peccaminoso desiderio del poeta, mostrandogli così altro sentier di gire al cielo, inoculando cioè ella stessa in Petrarca i dubbi eticoreligiosi dibattuti in I' va pensando, e intraprendendo la propria ascesa oltremondana prim'ancora d'essere strap156

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