Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

Romantici e l'Utilitarismo. Per Arnold e Huxley, con prospettive modificate, la contrapposizione si riproponeva: i termini della «controversia» Arnold-Huxley sono resi espliciti in un saggio di Arnold del 1885 «Science and Literature», in (The Complete Prose Works, ed. Ann Arbor, Univ. of Michigang Press, 1971). Numerosi cenni alla contrapposizione poesia-scienza e alla presunta superiorità epistemologica della prima sulla seconda sono anche nelle lettere del poeta all'amico Clough. (cfr. TheLetters of MatthewArnold to A.H. Clough, ed. H.F. Lowry, Clarendon Press, 1968). 13 Un dettagliato e illuminante studio biografico su Leslie Stephen è quello di F. W. Maitland, TheLife andLetters of SirLeslie Stephen, London 1906. L'affinità intellettuale tra Stephen e Keynes, e anche più in generale tra Stephen e il Bloomsbury Group è sottolineata da S.P. Rosembaum in Victorian Bloomsbury, op. cit. L'intuizione di una possibile affinità è già comunque compresa nell'indice delle pubblicazioni di Stephen: «Freethinking and Plain Speaking», «Hours in a Library», «Dictionary of National Biography», «An Agnostic's Apology», tra le altre. 14 Il saggio è incluso nella raccolta An Agnostic's Apology and other essays (1893). Per le citazioni, qui riportate in traduzione nostra, abbiamo fatto riferimento all'edizione Thinker's Library, London 1931 (p. 81-106). 15 Nel capitolo «The Ideai» dei Principia Ethica Moore parla di particolari "states of consciousness", «che hanno valore di per sé» sommariamente riconducibili ai «piaceri che accompagnano le relazioni umane e il godimento di oggetti belli». Moore gettava così le basi per un'etica e un'estetica nuove, destinate a segnare profondamente il cammino intellettuale e sociale dei futuri bloomsburiani, allora quasi tutti raccolti a Cambridge, attorno a Moore. Influenzati da Moore infatti, soprattutto Keynes e Strachey praticheranno un'etica basata sugli «states of consciousness» (per essi: «states of mind»). Una precisa ricostruzione di quella influenza è nella 'memoria' keynesiana intitolata agli «Early beliefs», op. cit.; altre osservazioni al proposito, con particolare riferimento a Strachey, sono in un recente saggio di M. Spinella, «Due scorci su Lytton Strachey», in «Il piccolo Hans», N° 54, 1987. 16 Sui rapporti tra Keynes e Neurath si rimanda ad un contributo specifico in corso di stampa: F. Varese, «J.M. Keynes, 'apostolo' dell'organicismo» che sarà in A.A.V.V., Il linguaggio della Teoria Generale. Prospettive di analisi, a cura di R. Rossini Favretti. 148

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