Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

chnique, Stanford Univ. Press, 1951, J.K.. Johnstone, TheBloomsbury Group, London, 1954, F.R. Leavis, «Keynes, Lawrence and Cambridge», in The CommonPursuit, Penguin ed., 1962, L. Edel, Bloomsbury. A House of Lions, The Hogarth Press, 1979, A.A.V.V., Keynes and The Bloomsbury Group, Macmillan, 1980 (Procedures, of the 4th Keynes Seminar, Univ. of Kent, 1978, interventi di D. Crabtreee, R. Shone, R. Williams e Q. Bell), S.P. Rosembaum, VictorianBloomsbury, Macmillan, 1987. Riferimenti cospicui sono inoltre tratti dagli epistolari di Keynes, V. Woolf, E.M. Forster e dai Charleston Papers (The Correspondence of Clive and Vanessa Bell), inediti e conservati a Cambridge presso la King's College Library. 3 Riferimenti fondamentali nella messa a punto del panorama socioculturale dell'Inghilterra V ittoriana sono: J.K. Buckley, The Victorian Temper. Studies in literary culture, London, 1952, W.E. Houghton, The Victorian Frame ofMind. 1830-1870, Yale Univ. Press, 1957, A.A.V.V., The English Tradition, vol. II, ed. by N.F. Cantor e M.S. Werthman, Macmillan, 1965; dal ricchissimo più recente corpus bibliografico sull'argomento segnaliamo: R. Soffer, Ethics and Society in England. The Revolution of the Social Sciences. 1870-1914, Stanford 1978, A.A.V.V., L'età vittoriana: l'immagine dell'uomo fra letteratura e scienza, a cura di V. Gentili e P. Boitani, Roma, 1982, e P. Gay, TheBourgeois Experience. From Victoria to Freud, Oxford Univ. Press, 1984. 4 Cfr. B Williams, G. Lowes Dickinson, J. Met. E. Mc Taggart, Cambridge Univ. Press, 1931. Una suggestiva ricostruzione dell'ambiente cantabrigense dei Colleges e delle Societies è nel romanzo The Longest Journey di E.M. Forster; utili commenti sono in F.C. Crews, E.M. Forster. The perils ofhumanism, Princeton Univ., 1962 e nella Prefazione al romanzo nella recente edizione Arnold del 1984, a cura di E. Heine. Sullo stesso argomento si vedano inoltre i capitoli dedicati da Harrod e Skidelski (op. cit. nota 2). Altre interessanti annotazioni sui fermenti culturali e filosofici della Cambridge di inizio secolo sono contenute nel cap. II del libro di A. Gargani Wittgenstein tra Austria e Inghilterra, Torino, 1939. 5 L'«Apologia» di Leslie Stephen a cui si fa qui riferimento è «An Agnostic's Apology» publicata nel 1893 e all'epoca considerata il manifesto dell'agnosticismo vittoriano. Lo scritto riproponeva in toni più moderati e a un livello di più compiuta sistematicità, gli argomenti di una precedente raccolta di scritti di carattere religioso e morale: «Essays on Freethinking and Plain Speaking», pubblicata nel 1873. 6 Un'attenta e sistematica analisi delle strutture retoriche e stilistiche della prosa vittoriana, con riferimenti sia ad aspetti comuni che a «distinctive voices» del periodo, è in A.A.V.V., The Art ofVictorian Prose, a cura di G. Levine e W. Madden, Oxford Univ. Press, 1968. (Il testo contiene saggi di pragmatica linguistica e stilistica applicata a scritti di Mili, Arnold, Carlyle, Macauley, Bradley, Darwin, Ruskin e Pater). 7 Cfr. J. Hiliis Miller, The Form ofVictorian Fiction, Nòtre Dame Press, 1968. 8 I papers giovanili di Keynes sono ancora inediti, e attualmente conservatipresso la King's College Library; la Library, che si è recentemente fatta carico di un lavoro di ricatalogazione di tutti gli scritti 146

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