Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

di muoverci d'un passo verso l'abolizione dell'idea di soggetto»: il soggetto è una «absolute unit» e un abisso lo separa dall'altro, dalla «scena» della coscienza dell'altro. Dunque, da una parte è la realtà di un essere che, oltre il proprio «cogito» individuale, si struttura attraverso il riconoscimento di un'altra coscienza, «the bielief in the existence of others»; da un'altra è l'impossibilità ad accedere per conoscenza diretta ai contenuti della coscienza dell'altro. Da qui una catena infinita di «actions and reactions», un sistema di specchi analogici, che consegnano il soggetto, il suo sapere, la rappresentazione del mondo esterno, al dominio dell'indiretto, del proposizionale. È questa la complicata eredità che Stephen lascia ai suoi allievi, e ai suoi figli «bloomsburiani»: statuti incerti, confini riaperti, «paradossi» quali l'idea di una «individualità intersoggettiva», di una «oggettività soggettiva», di una razionalità dispersa dentro la «shifting scene of our consciousness», dentro il mondo del frammento, del segnale intermittente, del discontinuo. A questa eredità non ci pare improprio ricondurre l'origine della consciousness «modernista» in genere (cfr. l'estetica del frammento e della «sudden revealation» di V. Woolf; gli studi sulla prospettiva e i «ways of seeing» di R. Fry; il «metodo» biografico di Strachey; la nuova «Civilisation» di C. Bell e L. Woolf), né ad essa parrebbero estranei alcuni sviluppi in campo filosofico (pensiamo alla teoria degli «states of consciousness» di Moore)15 • Inoltre vale per noi l'ipotesi che Leslie Stephen costituisca l'anello di congiunzione (per quanto ci risulta mancante) tra le intuizioni sparse e asistematiche del pensiero epistemologico vittoriano e alcune te-orizzazioni compiute della epistemologia di Cambridge. Ripensiamo anzitutto al Treatise on Probability di Keynes che, già da un rapido scrutinio di premesse e argomenti, potrebbe dirsi la linearizzazione e l'espansione della concentrata argomentazione di Stephen. 141

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