Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

caso di ricerche complesse dovremo superare ogni limite d'osservazione possibile, e postulare l'esistenza di atomi che, per loro natura, non sono percepibili dall'uomo. E tuttavia, sappiamo, essi si devono muovere in modi analoghi a quelli dei corpi percepibili, e il ricorso ad essi è giustificabile poiché le conclusioni cui perveniamo ricadono entro il dominio della percezione... Tutte le operazioni che l'uomo conduce sul mondo esterno, ivi incluse quelle sul nostro stesso corpo, consistono semplicemente nel mutar di posizione a pezzettt di materia... Se è vero che ogni operazione implica pensiero, allora essa implica innumerevoli, più o meno consci, giudizi dello stesso genere. Rende-. re tali giudizi articolati ed espliciti significa renderli scientifici. (p. 84-85). Per ogni singolo individuo, la base della conoscenza è la propria corrente di coscienza («his current of consciousness»)... Cosa facciamo quando evochiamo la vasta impalcatura delle scienze fisiche sostanzialmente composta di formule legate allo spazio e al tempo? Non facciamo che colmare i vuoti delle nostre percezioni dirette. Ogni esperienza individuale è frammentaria, discontinua e limitata. Ogni uomo vede un numero infinito di segmenti curvilinei e li connette tra loro disegnando di volta in volta idealmente il cerchio che li contiene. Così noi procediamo ad estendere il raggio e a colmare gli intervalli della nostra conoscenza. Così, ogni istante della nostra esistenza. (p. 86). Per mezzo di tale artificio, se così lo si può chiamare, io infine formulo presunte verità generali senza fare riferimento esplicito alle mie percezioni dirette. Questo io faccio ad esempio quando vedo un uomo ad una finestra e poi lo vedo ad un'altra, e procedo ad immaginare le sue posizioni intermedie, inferendo le sue progressive relazi�ni risp�tto agl� oggetti e adeguando di volta in 137

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