Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

tra l'esplicazione ("evidence") di Darwin e la conclusione a cui egli perviene. E questo avviene in modo indipendente dalle nostre personali convinzioni in materia e ci appare reale e oggettivo esattamente come se ci venisse da un'argomentazione dimostrativa come quelle di tipo sillogistico. (TP, p. 5-6). Ogni disciplina, ogni branca del sapere poteva avvantaggiarsi dei margini di conoscenza implicati dal "sapere del linguaggio" nel suo operare esplicito ed implicito: anche l'Economia. Al valore scientifico del contenzioso linguistico, che la pratica della scrittura si incaricava di conservare a futura memoria e con cui ogni «lettura» avrebbe fatto i conti Keynes dedicherà le primissime righe della generai Theory: La composizione di questo libro è stata una lunga battaglia per fuggire - e tale dovrebbe essere la lettura se l'assalto dell'autore sui propri lettori avrà successo - una lunga battaglia per fuggire dai modi abituali del pensiero e dell'espressione... La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nel riuscire a staccarsi dalle vecchie, che, per molti di noi, così come ci hanno cresciuto e educato, si sono ramificate in ogni angolo della mente. (GT, p. XXIII) e ancora, dalla Prefazione all'edizione francese: Io stesso, mentre scrivevo, mi sentivo come se stessi lasciando via via dietro l'ortodossia... come se mi stessi liberando di qualcosa... (GT, p.XXXI) Anche le Biographies sono per Keynes occasione di riflessione circa i rapporti tra linguaggio, metodo e teoria economica. Così Malthus emerge, nella memoria del biografo, come il primo economista che aveva rivendicato, con orrore di Ricardo, un linguaggio economico flessibile, 133

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