Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

amici «apostoli» si rivelarono infatti per lui «amici per la vita», come L. Woolf, R. Fry, L. Strachey, D. McCarthy, A. Stephen. (In questi si riconosce tra l'altro un primo nucleo di formazione del gruppo londinese di Bloomsbury .) A questi valori di amicizia e di fervido scambio verbale, possiamo a buona ragione dire, fu improntata la vita privata e affettiva dell'uomo Keynes. Quanto al percorso intellettuale e scientifico, è evidente come l'esperienza degli «Apostles» contribuiva a distillare una serie di contenuti e di procedure destinate a segnare le sorti del Keynes «logico» ed «economista». Quanto tale periodo fu cruciale nella biografia affettiva e culturale dell'autore, quanto complesse, e imperscrutabili anche per lui, furono le conseguenze di quegli incontri, di quelle «discussioni» lo conferma la presenza di una memoria autobiografica volta a chiarire la natura e le circostanze dei propri «early beliefs». La memoria (scritta nel 1938 per gli «amici di sempre» del Bloomsbury ed inclusa nelle Club Memoirs), ripercorre, in modo controverso a dire di altri testimoni coinvolti nella scena del ricordo, e sulla base di una pretestuosa volontà giustificatoria, a dire di molti critici, la genesi intellettuale dei «bright Edwardians» di Cambridge, con ampi riferimenti all'ambiente universitario e degli «Apostles». Di questa memoria autobiografica, e dell'altra più vasta memoria che lavora occultata nella scrittura del giovane Keynes filosofo morale e logico, ci serviremo per analizzare la consistenza intellettuale di quegli «early beliefs» con particolare riguardo al nucleo vittoriano della loro formazione. 121

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