Il piccolo Hans - anno XV - n. 59 - autunno 1988

doveva riempire ben bene il vaso e il cannello, poi, una volta chiusa la bocca del vaso in alto e stretta la vescica, si doveva liberare l'apertura all'apice del cannello e togliere il «fardel di cotone» su cui era appoggiata, in modo che il mercurio potesse scorrere nella catinella. Occorrevano inoltre, per questa esperienza, «un pezzuol d'ambra gialla della più nobile» e «un leggierissimo dondolo» - un pendolino - di carta o di paglia, «accomodato» dentro il vaso, e anche una «striscetta di panno incollata per di dentro in sul vetro». Insomma la cosa non poteva riuscire: sia provando col vuoto, sia poi provando col vaso «ripieno d'aria», l'ambra non dette alcun segno di «voler tirare» il pendolino. Si sospettò allora «che dall'argentovivo stesso si lasciasse alcuna spezie di feccia in sul panno, sì che poi strofinatavi l'ambra ne ricevesse un leggiero appannamento, il qual turasse !'invisibili bocche di quelle vie ond'esce la virtù sua» 1• Questo appannamento, che tura bocche invisibili, da cui un pezzuol d'ambra dovrebbe mandar fuori la sua virtù elettrica e attrattiva, è l'esempio che vogliamo portare dei dettagli che - come «particolari» o «gusti» o «inflessioni» - formano nei Saggi di naturali esperienze la materia significante delle «estasi sensoriali» di Lorenzo Magalotti. Non è però materia che rappresenti l'evento o il culto o qualche memoria dell'estasi sensoriale: è una pluralità di tenui presagi, di indizi, materia disseminata e mobile; applicarsi a rintracciarla - bisogna ammetterlo - è azzardato fino alla provocazione. «La valutazione delle opere magalottiane è resa oggi ardua da un'ipoteca di lettura stilistica risalente alla riscoperta "curiosa" operata nel Novecento da critici di formazione "rondista" (Lorenzo Montano, Enrico Falqui, Mario Praz, Giuseppe Raimondi).» Bisognerebbe prima di tutto liberare l'interpretazione del Magalotti da tale ipoteca, avendo presente che - come scrive Bruno Basile - è in quella lettura stilistica che si formò «il mito del 12

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