me figure extra-familiari di possibile valore formativo, Keynes incontra il Compromesso Vittoriano, addirittura nel suoi due esiti intellettuali più radicali. Di quel compromesso, in fondo, l'ambiente familiare non aveva avvertito né trasmesso alcuna necessità; al contrario, esso si era istituito e continuava a reggersi sulla coesistenza di due modelli parentali individuali e autonomi: da una parte il sapere del padre Logico, chiuso, per quanto riguarda gli esiti personali, dentro la roccaforte rassicurante delle forme logico-astratte; dall'altra la generosa estroversione della madre, con il suo attivismo ad oltranza e la sua disinvolta propensione all'esperienza, al confronto con l'altro. Dentro la coppia, seppur con criteri non tradizionali di distribuzione dei ruoli e con evidente ibridazione del modello maschile-femminile, i Keynes avevano assorbito ed amalgamato le doppie ingiunzioni vittoriane che la coscienza individuale faticava a contenere: la «particolarità» dello stile di vita privato e la necessità d'una impeccabile «social obligation» la contemplazione astratta e l'esperienza empirica; l'astratto e il concreto, appunto, la Logica e la politica. Fuori dall'insolito sodalizio parentale, fuori dalla famiglia, il conflitto e il travaglio di coscienza imperversavano: il problema che John Neville e Florence Brown avevano più o meno consapevolmente «congelato» per se stessi, trovava ovvi sbocchi «proiettivi» in direzione del figlio prediletto, (le lettere e le testimonianze non lasciano dubbi sulla natura esclusiva, morbosa e controllata a un tempo, dell'investimento profondo di padre e madre nei confronti del primogenito; Cfr. Skidelski). Dunque, seppure in tempi differiti, John Maynard si farà carico personale di un debito che i genitori individualmente non pagarono alla società vittoriana: anche su questi presupposti va rivalutato l'incontro conMarshall e Sidgwick, campioni cambridgiani di quella società, e soprattutto il senso della momentanea preferenza accorda114
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