Così innanzitutto apprendiamo, come per compiaciuto zelo dell'autore, che i Malthus, come i Jevons e i Keynes, potevano dirsi solidissime colonne della tradizione NonConformist e Liberal, una tradizione a cui Keynes esplicitamente riconosce il maggior merito del progresso intellettuale e civile britannico: «La tradizione legata ai nomi di Locke, Hume, Adamus Smith, Paley, Bentham, Darwin e Mill, una tradizione segnata dall'amore per il vero e dalla più nobile lucidità di pensiero, da una prosaica sanità immune dal sentimentalismo e dalla metafisica, e da uno smisurato spirito di abnegazione.» (EB, p. 86). Questa ascendenza culturale portava dunque già in sé l'indicazione di uno stile di vita, di linguaggio, di pensiero. Non certo per pura coincidenza, inoltre, questa tradizione non si esaurisce in una galleria di «padri», ma al contrario può fregiarsi della presenza di numerose donne «educated» e attivissime sul fronte intellettuale e sociale, di «madri» ugualmente dedite a illuminate sperimentazioni educative e alla «social obligation». Di questo modello femminile e materno, Florence Brown Keynes rappresentò indubbiamente una sorta di irraggiungibile culmine: tra le prime studentesse del Newham College, impegnata sul fronte civile e politico e in seguito eletta nel City Council, una saggia· amica più che una madre (nelle parole del figlio) e «A Pioneer of Women's Rights» (nel necrologio del Times). Che delle figure parentali «progressiste» fossero un requisito importante nella formazione di un giovane intellettuale Keynes lo lascia ben intendere nel commento all'ambiente categoricamente conservatore e anti-femminista in cui crebbe Marshall, e a cui, senza troppe riserve egli fa risalire l'origine di certe rigidità e limitatezze di veduta: «L'ereditarietà è un vincolo potente, e Marshall tutto sommato non riuscì a liberarsi dallo stampo parentale.» (EB, p. 162). Individuando già nell'educazione il primo indelebile segno d'un futuro destino, Keynes commenta l'esemplare 109
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