Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

getto biografato («Alberto Pisani», soggetto della Vita). La spaccatura è così congegnata, da non concedere di venir meno, alla condizione ipersoggettivante che fonderebbe l'elucubrare umoristico, all'io sono io, nel disseminarsi nella molteplicità della rappresentazione, lo «sminuzzare la propria anima [ = dell'autore] tra i differenti personaggi» (nota 2276); essa sta a capo invece di una serie di opposizioni ulteriori, da quella (ovvia, sebbene qui appaia più sottile) fra autore e narratore della Vita, a quella invece più giocata e scoperta, fra narratore e personaggio protagonista della Vita, che si riassume poi nella dialettica delle persone grammaticali, ossia nel continuo implicarsi emotivo, nella terza persona narrata, della prima persona narrante: laddove il soggetto dell'enunciazione (soggetto già di secondo grado: narratore, dico) non lascia occasione di giocare una distinzione e una distanza rispetto al soggetto (la terza persona) del suo enunciato13 • Chiave di questa lunga fenditura, ripeto, mi par essere lo scindersi dell'identità integra e come eidetica dell'Autore empirico, in quanto persona: Alberto Carlo PisaniDossi (identità questa situata in un punto del tutto extratestuale), in un Carlo Dossi che si suppone narratore, e in un Alberto Pisani che si pone quale personaggio; la scissione cardinale non è più così quella, poi evoluta a topos, fra persona e personaggio, costituendosi in un sistema a tre membri, tutti in conflitto tra di loro, e tutti interagenti: rinvenendo essi un proprio centro di scissione nella persona empirica dell'autore storicamente vissuto (la quale tuttavia, nella complessità del sistema, non può che corrompersi). Ricordiamo difatti che, ad un secondo grado (diegetico), Alberto Pisani a sua volta si presenta come autore - l'autore di brevi racconti inframmezzati nel testo della Vita: salvo poi, lui, Carlo Dossi, a riappropriarsene all'atto ulteriore delle Gocce d'inchiostro (1880). Viene così a spaccarsi la condizione fondamentale che Philippe Lejeune riconosceva per un'opera autobiografi83

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