debole», pensiero ed esperienza della fragilità e della precarietà («un simbolo anti-simbolo», insegna Agosti)32 • Vediamone, testualmente, le coordinate: «penche la tete» (v. 11), «frissonnant» (v. 13), «frémissant» (v. 15), «timide et palpitant» (v. 16), «reveur qui tremble» (v. 39), «lueur mystérieuse et pale» (v. 139), «délicate» (v. 233), «ton regard reveur» (v. 275), «doux» (v. 310), «soupirant» (v. 310), «les balancements de la tete penchée» (v. 313), «la taille indolente et mollement couchée» (v. 314), «ton pur sourire amoureux et souffrant» (v. 315), «voyageuse indolente» (v. 323), «rever sur mon épaule» (v. 324), «rever» (v. 334), «appuyée» (v. 334), «ton amour taciturne et toujours menacé» (v. 336, verso conclusivo del poema, quindi altamente significativo). E l'altro polo della coppia, il Pastore, com'è semanticamente definito? Oltre al ruolo, tautologico, di Custode della Casa e del Tesoro (Pastore delle metamorfosi, anche!), esso assolve a tre funzioni complementari: in primo luogo è colui che invita alla partenza e al viaggio, ora in un modo brusco e sollecito, ora in modo più discreto ma fermo: è la struttura stessa della diffusa conatività del poema: «Pars [...] Laisse [...] Vois [...] Marche» (vv. 22, 24, 28), «viens» (v. 47), «Viens clone» (v. 267), «Ne me laisse jamais!» (v. 279), «Ne veux-tu pas? [...] Viens [...] voir» (vv. 323, 325-26). Secondariamente, il Pastore errante è colui che si apre un cammino incerto in luoghi selvaggi, solitari, abitati dalla bellezza: la «route inconnue» del v. 12 consuona con il «suivre un chemin effacé» del v. 333; «Nous suivrons du hasard la course vagabonde» (v. 61) consuona con «le détours imprévus des pentes variées» (117) e con «l'espoir d'arriver tard dans un sauvage lieu» (v. 119). In terzo luogo, egli è la guida ed il sostegno («guide», «appui», v. 247) della donna in un andare maturativo, cognitivo, di comprensione ad un tempo della vita, della , morte e della bellezza: acutamente, osserva Poulet che 69
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