Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

3. È ben evidente che il titolo stesso, Maison du Berger, è una coniunctio oppositorum, fondandosi l'un termine sul semema (Pottier) del Rifugio, l'altro sul semema (in gran parte) del Movimento. Di fatto il poema è interamente e attivamente attraversato da questi due nuclei semici. La configurazione profonda è triangolare (giusta l'intuizione della struttura del tesoro di Pagliarani): EVA 1 PASTORE 2 POESIA 3 Schema che può leggersi così: il Pastore invita a partire (funzione conativa fortissima) la donna-lacrima che è anche matrice contenente, ca-generatrice di poesia (poesia in quanto frutto del synballein, di un'unione di poli, metamorfosi di larme in perle), che s'incastona nella Casa del Pastore il quale, per ciò stesso, diventa Custode. Dovremo connotare meglio la figura femminile, onde introdurre alla lettura dell'ultima strofa del poema- leggendario culmine del mistero-. Eva è, prima di tutto, in contatto con la fluidità, la liquidità, quel pianto che è sineddoche del mare sconcertantemente introdotto al cit. v. 135 (mer ovviamente equivalendo all'archetipo materno, mère, associato in francese anche fonicamente). Essa viene qualificata almeno quattro volte attraverso le lacrime: «pleure» (v. 11), «Grandes plaintes» (v. 260), «plaintif» (v. 310), «pleurant» (v. 335). È quindi in un rapporto di privilegiata contiguità con la fonte della poesia «sorgente pura», la quale dev'essere elaborata, cristallizzata, dal Pastore-Alchimista. Secondariamente, Eva è caratterizzata come «pensiero 68

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==