Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

in una prima istanza, il diamante -, il caston (francese antico) rinvia al germanico Kasto, che vale «cassetta», «bauletto», «scrigno». Il contenente dev'essere all'altezza del contenuto: v'è un reciproco condizionamento in quanto l'uno dirige lo spettro semantico dell'altro, scambievolmente. 204 Diamant sans rivai, que tes feux illuminent Les pas lents et tardifs de l'humaine Raison! Il faut, pour voir de loin les peuples qui cheminent, Que le Berger t'enchasse au toit de sa Maison.14 Versi ai quali, per il momento, vanno aggiunti altri, celeberrimi, quasi stemma di una preziosa poetica del simbolo, compatto e secreto: 134 Poésie! 6 trésor! perle de la pensée! Les tumultes du coeur, comme ceux de la mer, Ne sauraient empècher ta robe nuancée D'amasser les couleurs qui doivent te former15. Il pensiero del tesoro è dunque, nella Maison, un «trésor de la pensée» un tesoro del pensiero, - assioma circolare da cui eravamo partiti. Vediamone le connotazioni e le fonti prossime. Il più attento lettore di Vigny, François Germain, nel suo monumentale lavoro analizza uno sterminato numero di materiali entro il perimetro dell'immaginario (nori in senso lacaniano). Egli afferma, molto acutamente, che_ l'ossessione vigniana di «tesaurizzare» risponde a bisogni psicologici prima che estetici: «Posséder, amasser et condenser, réduire, par conséquent, l'angoisse de la dispersion (...) Le trésor de Vigny n'est pas à cÒnquérir, mais à conserver»16. 63

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