Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

ma tiene separati soggetto e oggetto, la seconda individualizza il linguaggio intorno al nucleo soggettivo della riflessione: l'uomo si concepisce come anima e corpo. La terza, ormai lontana dalla Bibbia e riferita ai tempi moderni, compie la separazione esponendo il soggetto all'impatto con il mondo oggettivo attraverso l'esperienza sensibile; l'idea di anima sfuma in quella di mente e il corpo entra in relazione orizzontale con la natura. Ma se questa ripartizione generale comporta l'ingrandimento progressivo del mondo oggettivo, con relativo rimpicciolirsi di quello soggettivo, la Bibbia, con tutto il suo rilievo diacronico, proietta su questa traiettoria un suo specifico effetto di ripersonalizzazione storica. Genera un campo di potente risoggettivazione, a patto che sià. colto il luogo, il terreno mitico in cui questo avviene. Con Gesù la relazione fra società e individuo acquista particolare significato. In particolare quando combiniamo due forme di identificazione e identifichiamo un individuo con la sua classe, otteniamo una forma di metafora estremamente potente e sottile, che io ho talvolta chiamato la metafora regale in quanto essa si sottende ad una delle istituzioni più profondamente pervase di forza simbolica, quella della dignità regale.25 Dando forma concreta in un «corpo» singolo alla metafora della società, si ha una speciale eloquenza simbolica, e un grande pathos. Questo che nella Bibbia ha grande risalto, prende forse un senso particolare se si considera il trauma culturale di Israele per la sua vicinanza e sottomissione all'antico Egitto che spinse più avanti di tutti la metafora regale, facendo del faraone non solo il re, ma anche un dio incarnato. Non è difficile capire perché Davide sia divenuto l'autore tradizionale di gran parte dei Salmi. In 45

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