Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

punto di partenza per la complessa collocazione della lingua, anzi delle lingue della Bibbia rispetto alle funzioni essenziali che le costituiscono: la metafora, la metonimia, e soprattutto il mito. Quest'ultimo è il vero veicolo linguistico della Bibbia, che vi assume una «figura», un «tipo» nuovo e rivoluzionario: «la struttura e forma tipologica della Bibbia rendono diacronica la sua mitologa in opposizione con la mitologia sincronica caratteristica di gran parte delle religioni non bibliche». Ciò che è messo in risalto dalla lettura tipologica di Frye è un movimento circolare, una figura del discorso nel tempo che ha valore rivoluzionario: «ciò che accade nel Nuovo Testamento costituisce l"antitipo', la forma realizzata, di qualcosa di prefigurato nel Vecchio Testamento». In questo modo tutta la Bibbia è proiettata in avanti, tutto il Vecchio Testamento con il suo interesse per la società di Israele si proietta verso la sua forma compiuta, il suo antitipo nel Nuovo Testamento concentrato sull'individualità di Gesù. Questo passaggio per noi è fondamentale perchè ci apre la strada a una lettura diacronica del senso della personalità nella Bibbia. È infatti solo dentro un contesto storico che la personalità può emergere. Gesù e Adone sono entrambi degli «dei morenti», nel senso d'essere oggetti di culto cui vengono attribuiti un rituale e un imagery simili; ma mentre Gesù è una persona, Adone non lo è ... Ercole o Teseo o Perseo possono essere stati originariamente connessi a delle figure umane ... Ma esse tendono a perdere il senso di personalità storica quando vengono assimilate ad una mitologia sincronica.24 Si stabilisce così un particolare affinamento rispetto al discorso sul potere che unisce soggetto e oggetto. Frye considera tre fasi determinanti di questo rapporto: la pri44

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