Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

cosa di molto forte in tutta la Bibbia, qualcosa che Frye - e ora lo vedremo - considera una sua forma di espressione specifica, quella dell'annuncio, del kerygma. Annuncio, ma anche esortazione ( e sul vocabolario anche «intimazione per mezzo di araldo»). Il kerygma è un modo della retorica, «un misto di metaforico e di "esistenziale"»:«è il veicolo di ciò che viene tradizionalmente chiamato rivelazione». A questo annuncio (anche Vangelo vuol dire annuncio, buon annuncio) la risposta assume un grande peso: per ciò prima di passare a misurare l'altezza dell'«io» biblico (prima persona nei Salmi, e figura del supplice) merita che ci si fermi ancora un attimo, proprio sulla questione della risposta e dell'intenzione che questa risposta comporta. In un'altra occasione avevamo distinto l'intenzione di scrittura di un Artaud e di uno Schreber. Davanti alla difficoltà di ancorare una distinzione dei due testi, rispetto alla letteratura, avevamo mostrato come l'intenzione differisse completamente, e come questa portasse a includere Artaud nella letteratura e Schreber nel caso psichiatrico e giudiziario. Eravamo partiti dalle domande di Artaud a Rivière nel famoso epistolario: tutte domande sulla legittimità della sua scrittura. J'admets qu'une revue comme la Nouvelle Revue Française exige un certain niveau formel et une grande pureté de matière, mais ceci enlevé, la substance de ma pensée est-elle clone si mèlée et sa beauté générale est-elle rendue si peu active par les impuretés et les indécisions qui la parsèment, qu'elle ne parvienne pas littérairement à exister? C'est tout le problème de ma pensée qui est en jeu. Il ne s'agit pour moi de rien moins que de savoir si j'ai ou non le droit de continuer à penser, en vers ou en prose.21 41

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