Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

Hark, hearer, hear what I do; lend a thought now, [make believe (72, verso 1)17 Speak! whisper to my waching heart one word - as when a mother speaks (80, ultima strofa)18 In a flash, at a trumpet crash, I am all at once what Christ is. (48, versi 18-19) 1 9 Questi e molti altri versi possono essere portati ad esempio del complesso sistema di incroci che la voce poetica attraversa a monte e a valle della propria posizione per ricevere l'incitazione che la condurrà a incontrare le figure duplicate di se stessa fino all'estremo del percorso in seno al lettore -Hypocrite lecteur. A monte soprattutto le figure della divina trinità, e i grandi predecessori del poeta, coloro che suscitarono la sua poesia, sostennero il suo volo: Duns Scoto, Henry Purcell, il grande musicista. A questo livello la struttura triadica ha un punto fondamentale di ancoraggio: proprio in quanto si dice che un poeta scrive per i poeti che ha amato, per coloro che hanno scritto prima di lui e con la loro scrittura hanno aperto la strada alla sua nuova scrittura. In Hopkins questo acquista il valore di un'asserzione programmatica, e anzi di una vera e propria poetica nel sonetto 21, dedicato a Purcell. C'è una musica, un testo, un richiamo così forte che sorprende nel poeta il suo volto segreto (forged feature finds me): è il volto segreto di Purcell che gli si lancia nelle orecchie con il suo sé repentino, con la sua rivelazione straordinaria, ma è anche l'Oscuro Inte. rprete che rivela al poeta il suo stesso sé repentino. È sempre quell' abrupt self che sta al cuore del will, del volo hopkinsiano, è sempre quell'«io» repentino che si innalza improvvisamente, anzi che è innalzato a una grande al39

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