Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

giudizio nei sonetti «terribili» per colpire il sistema erettile e reatÙvo del poeta, colpire quel centro di energia disponibile dove le parole vengono a innervarsi nel sistema nervoso. Il volo acquista, nell'ultima produzione.del poeta, la forma di una invocazione nella mancanza, di una estrema, e più grave di tutte, caduta dell'«io». La forma assunta è quella di una struttura triadica: un «io» medio e povero è spinto da un Oscuro Interprete a riconoscere la forza di richiamo dell'«io» volo: l'onda, lo slancio, la carola, la creazione. O then if in my lagging lines you miss The roll, the rise, the carol, the creation, My winter world, that scarcely breathes that bliss Now, yields you, with some sighs, our explana- [tion. (51, versi 11-14)15 Questa spiegazione (explanation) è affidata al di là di Bridges (l'amico poeta a cui è dedicata la poesia) a un Interprete che sappia legare insieme i richiami di parola come i covoni di «Hurrahing in Harvest», stretti nel verso che corre come un'onda verso l'energia che lo crea. È questa la richiesta del poeta: che nel suo mondo invernale ci sia il rapimento unico di un'ispirazione. E'questo il will Sweet fire the sire of muse, my soul needs this; I want the one rapture of an inspiration. (51, versi 9-1 0 )16 La struttura a tre che muove le voci dell'«io» hopkinsiano è la forma allargata della passione di dividere e praticare frequenti articolazioni del discontinuo. Anche a livello di distinzione terminologica: per esempio nel sonetto 51 con thought, mind, soul. Ma soprattutto nella allocuzione invocatoria, tipo: 38

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