Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

Pozzi in La parola dipinta, Milano, Adelphi, 1981) ottenute dal raddoppiamento orizzontale dello scritto a partire da un centro frastico o lessicale comune. La corrispondenza delle due linee non è solo posizionale, ma anche e soprattutto tematica, dato che ognuna di esse, metatesto oblige, dice ciò che fanno: tagliare, amputare, in breve scindere. E questa tematizzazione del procedimento può essere facilmente messa in risalto dalla lettura in ogni punto del testo fino ad imporsi come una delle sue leggi fondamentali (se non la prima in assoluto). Così è della colonna militare e delle sue soste, metafore plausibili della linea scritta interrotta per necessità tipografiche. Così è, inoltre, del verbo «régler» (regolare), che può indicare, oltre all'accomodamento finanziario, tutto ciò che nel testo si riferisce alla misura e alla misurazione (il numero delle righe, la lunghezza rispettiva delle parti e così via). E infine è così del «senso profondo» dell'Arcano, in cui l'accezione primaria della parola («significazione») non deve nascondere l'idea altrettanto valida di «direzione» o di «percorso». Questa infiltrazione di temi attraverso un messaggio metatestuale o auto-rappresentativo mette fine al disor-. dine apparente della tavola: raccolti, a prima vista, in modo anarchico, i pezzi messi uno accanto all'altro, trovano l'elemento unificante nella dimensione auto-riflessiva che impregna l'intero testo. Per essere del tutto corretta, questa ipotesi di lettura deve tuttavia potersi applicare anche ai referenti più forti di questo «Arcano XIII», Edipo e Napoleone, nomi propri impliciti, ma che affiorano, il primo nella menzione congiunta del padre e della «cheville enflée» (caviglia gonfia), il secondo tramite l'immagine dell'aquila. Poiché si tratta in primo luogo del racconto edipico, la «caviglia gonfia» costituisce uno scarto interessante che sposta la menomazione del personaggio - come la enuncia il suo stesso nome («piede gonfio») - dal piede alla 195

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