Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

della mano). Ora, se nel ventaglio di tecniche divinatorie aperto dalle due M, il tarocco (tarot) prevale, ciò avviene soprattutto grazie al suo nesso omofonico4 con il termine taraud («maschio» per filettare) molto vicino al «palo» (d'impalamento) e allo «spiedo» che compaiono nelle illustrazioni circostanti. Si compie così, con taraud-tarot, la fusione delle due isotopie principali del libro: da un lato, il tema della morte e del supplizio, dall'altro, la natura di segno delle realtà evocate che, lungi dal riflettere semplicemente un riferimento esterno qualunque, sono oggetti di serittura e di grafia che si designano come tali. È chiaro che l'unione del testo e dell'immagine innescata dal calembour che l'ha prodotta a partire da taraud, non si limita a questo tipo di scambi localizzati e puntuali a cui appartengono anche, per esempio, i giochi di parole su fauché (falciato) (che combina la falce della morte e la borsa vuota del cliente) o su «section» (sezione) e «halte» (alt) (che confonde l'arresto della colonna militare e le membra recise, visibili ai piedi della Morte). È piuttosto verso un incrociarsi generalizzato delle rispettive proprietà del testo e dell'immagine che ci invita il modo di procedere di Roche, perché lo scritto diventa «da vedere», l'immagine si rivela testo, particolarmente per la sua tendenza a generare così veri e propri itinerari di lettura, cioè a guidare l'occhio come potrebbero fare le linee di uno scritto. Una prima traiettoria è così disegnata dalla diagonale che collega le due varianti della M poste, l'una, la M ebraica, in alto a sinistra, l'altra, il simbolo astrologico, in basso a destra. Analizzando il paradigma della tredicesima lettera dell'alfabeto, questi segni appaiono come altrettante variazioni sul tema della morte, cioè, in ultima analisi, sul nome dell'autore. La limpidezza del dispositivo delle due M spinge allora il lettore a completare la figura, a tentare di tirare la diagonale opposta in modo da tracciare una croce sull'immagine, a ruotare quindi la pagina di circa quarantacinque gradi rispetto 191

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