Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

altre parti. Dire che si lavora con le differenze che producono significato è come dire che si lavora sempre solo con parti di sistemi: «Viviamo in una vita dove ciò che percepiamo è forse sempre la percezione di parti, e le nostre congetture sulla 'totalità' vengono di continuo verificate e contraddette dal successivo presentarsi di altre parti»7 • La scienza non prova, dice Bateson, esplora, si mette di fronte ai suoi «oggetti» e tenta di appurare se essi sono dotati di struttura, di ridondanza: se dalle parti che essa riesce a vedere di un certo aggregato di eventi od oggetti sia possibile congetturare, «con esito migliore del caso», ciò che si trova in altre parti; tenta cioè di evocare un contesto capace di attribuire significato a determinate differenze. Il significato è nella mente che esplora, non può essere attribuito al territorio, alla totalità; possono sempre presentarsi altre parti, le nostre congetture sono inevitabilmente esposte allo scacco: «La scienza non può mai provàre una proposizione generale e neppure verificare un singolo enunciato descrittivo e arrivare così alla verità ultima»8 • 2. Conseguenze del panmentalismo Come è già in parte evidente e come vedremo meglio più avanti, Bateson identifica la conoscenza scientifica con la capacità di autodescrizione di determinate relazioni fra le parti di un sistema (anticipando alcuni modelli cognitivi elaborati dalle scienze della complessità, come la teoria della chiusura organizzazionale dei sistemi)9 , mentre inscrive la tematica della relazione alla totalità in un orizzonte metafisico che sconfina nella teologia. Ciò non significa tuttavia che Bateson rinunci ad una descrizione scientifica della relazione sistemica parte-tutto: 174

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