Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

cazione con una patella fossile è espressa dubitativamente. Più tardi, infatti, Linneo, riprendendo la terminologia che Colonna, e altri dopo di lui, avevano usato per designare alcuni singolari tipi di bivalvi (i brachiopodi, appunto), colloca il numulus tra le Anomites, chiamandolo Anomia craniolaris e considerandone deperdita la specie. Contemporaneamente un altro fossile sta attirando l'attenzione dei naturalisti a causa della sua complessa identificazione: il trilobite. Studiati, in Svezia, da Roberg e da Bromell (Swedenborg, come s'è detto, ne dà solamente alcune illustrazioni) nei primi decenni del secolo, i trilobiti mettono poi a dura prova anche l'abilità sistematica di Linneo. Essi non gli daranno, però, la soddisfazione che gli danno le Anomiae: quella, cioè, di poter avere una conferma dell'ipotesi - da lui condivisa- che nell'economia della natura non è mai esistita né esiste alcuna possibilità d'estinzione delle forme viventi. Il 3 dicembre 1753, Linneo risponde, da Uppsala, al naturalista londinese Pennant che gli ha comunicato il ritrovamento di una Concha Anomia: Pro gaudio exultans, quod detexeras concham Anomiam, a nullo mortalium ante visam, quoque facem accenderas scientiae naturali luculentissimam in deperditis hucusque concharum generibus. De hac concha die noctuque cogito; de ea loquor hodie, noctu de ea somnio. Vale52 • Linneo, almeno nei primi tempi dei suoi studi universitari e della sua attività di tassonomista, si interessa anche ai fossili. Merito, probabilmente, di Stobaeus. Quando, nel 1727, lo studente Carl Linné (1707-1788) 144

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==