Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

ai fossili conservati nel suo museo (Specimen II)32 • Quest'ultimo si arresta, incompleto, al 1730, per la morte dell'autore. Seguendo il criterio con cui ha catalogato i fossili raccolti nei VI e VII gazophylacia del museo33, Bromell divide lo specimen II in due sezioni, nelle quali tratta, rispettivamente, dei fossili vegetali e animali. La prima sezione (de vegetabilibus fossilibus et lapidefactis), pubblicata dal 1727 al 1729, è divisa in due capitoli, il primo sui lithophita (fossili di vegetali terrestri tra cui ricomprende anche il litoxylum o legno fossile) e il secondo su quegli organismi che sono considerati ancora vegetali ma non terrestri. Tra i vegetali marini egli colloca, seguendo una tradizione iniziata con Imperato, i coralli e le spugne (lapides corallini e fungites). Anche la seconda sezione (De animalibus fossilibus illorumque variis partibus petrificatis), iniziata nel 1729 e interrotta l'anno successivo, si compone di due capitoli. Il primo intitolato de lapidibus insectiferis et tubulis vermicularibus34; il secondo, Testacea fossilia lapidesque conchiformes35. Qui colloca, tra gli «insetti» i trilobiti e tra i «testacei univalvi turbinati», i Nautilites e i Cornua Ammonis. Di questi ultimi egli accetta l'ipotesi di Lang e di Baier che essi non siano parti di serpenti pietrificati o !usus naturae, « {...] sed veras conchyliorum testas ve! testarum ectypos»36. Opinione condivisa anche da Stobaeus, come Bromell ricorda. I fossili che Bromell descrive nella Lithographia sono, in gran parte, di provenienza locale e costituiscono, insieme a quelli exotica, meno numerosi, il materiale paleontologico della sua collezione. L'identificazione di tali fossili, tentata in epoca recente37, non è facile, anche a causa della scarsa precisione dei disegni che accompagnano il testo e della quale lo stesso Bromell, come nel caso dei lapides insectiferi, non manca di scusarsi38 • 140

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==