Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

(quindi tutte di origine sedimentaria) che formano la crosta del globo, in osservanza, se così si può dire, alle verità della fede e in ottemperanza alle leges naturae, quelle, per Stobaeus, individuate da Stenone e da Woodward10• Ex ipsis fossilibus animalium plantarumque reliquiis ubique terrarum dispersis obrutis atque sepultis, evidentissime sese manifesta universalis illa et maxime horrenda orbis antediluvianis ruina et strages. Haec itaque fossilia diluvii monumenta [...] diluvium illud maximum horum fossilium verissimam efficacissimamque causam fuisse demonstrant11• Anche per Swedenborg - come per altri - i fossili sono e restano indicia oceani primaevi indubia 12 , di un oceano che, sulle terre più settentrionali, deve aver superato di molto le antiche cime dei monti ma, soprattutto, aver agito con grande intensità13 • Sulla Terra precedente, popolata da esseri viventi, si sono depositati quei sedimenti che hanno costituito i fondali marini: le attuali terre emerse «[...] continentes insulares esse potuisse et temporis tractu, subsidente mari, coivisse [...]»14• Così è cominciata, e non si è ancora conclusa, la storia postdiluviale della Terra. Per alcuni naturalisti svedesi, dunque, l'ultimo atto del diluvio non è ancora finito e le osservazioni sul terreno, di Swedenborg e di altri, danno all'ipotesi del decrescimento in·atto delle acque del mare un fondamento empirico. Lo stesso Linneo, compie ulteriori osservazioni su tale fenomeno e le considerazioni geologiche che ne trae sono espresse da lui nell'Oratio deTelluris habitabilis incremento15 e confortano, almeno in parte, l'immagine che sta maturando sia della natura vivente sia di quella vissuta. Anche Linneo attribuisce al solo elemento considerato dinamico sulla faccia della Terra, e cioè l'acqua, l'avanzamento delle coste e l'abbassamento del livello del mare (che arretra), così manifesto soprattutto nel golfo di Bot135

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