Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

I maestri di Linneo geopaleontologo. Nel corso del Settecento, anche in Svezia, l'approccio dei dotti allo studio della natura nasce da una molteplicità di intenti e poggia su una doppia tradizione di fonti: la Bibbia e la scienza greco-latina. Letti e commentati con metodo filologico, i testi naturalistici dell'Antichità classica sono la fonte profana di conoscenze della natura anche inorganica, complementare in alcuni casi ed in altri alternativa alla fonte sacra, le pagine delle Scritture. Sebbene, come nel resto d'Europa, l'osservazione diretta sulla natura rappresenti, ancora alla fine del Seicento, il momento di verifica dei contenuti delle conoscenze naturalistiche ereditate dai classici o dalla fede, tuttavia in Svezia si sviluppa e comunque è assai più accentuata di quanto non accada ad esempio nell'Europa meridionale, un'indagine analitica condotta in parallelo sui testi sacri (non solo la Bibbia) e sulla natura, il cui scopo è individuare e ridenominare, in lingua latina o volgare, le stirpes animali e vegetali e gli oggetti minerali ancora citati con la voce ebraica. Questo tipo di indagine rientra, ovviamente, nel contesto più generale dell'esegesi comparata tra i testi sacri e il «libro della natura», che costituisce almeno una delle radici della ricerca naturalistica europea nel XVII secolo. La difformità dei fenomeni naturali - anche inorganici - consente di operare, volontariamente, ma perlopiù in130

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