Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

lato esso si inserisce nella remota storia della lingua: «se ne cibarono intorno a Roma o avverso Roma le genti galliche e barbare, ma molto avanti ancora le atellane a sabelliche, e tusche ed asche. Le liguri. Le venete»; dall'altro lato essa si presenta come connotazione psicologica - e, conseguentemente -espressiva: «Per difesa ed offesa, per gioco, per celia, per invidia d'un'alta luce latina, per derisione de' sciocchi, per disdegno o bile contro gli usurpatori, o i coglioni in cattedra, o gli argomentati dottori e Dulcamari d'ogni medicina, d'ogni farmacologia, d'ogni teologia. La maccheronea polverizza e dissolve nel nulla ogni abuso che d'ogni modo e forma e del ragionare e del dire venga fatto, per entro le parole della frode. Tanto dunque, l'aborronno, i gran lucumoni del nulla: i zelatori d'ogni simulato entusiasmo. È questa una funzione etica e gnoseologica». Come dimenticare -a proposito di quest'ultima affermazione quanto - come egli ci dice -poetica ed etica siano strettamente connesse? «Quando scriverò la Poetica, dovrà, ognuno che si proponga intenderla, rifarsi dal leggere l'Etica: e anzi la Poetica sarà poco più che un capitolo dell'Etica: e questa deriverà dalla Metafisica», leggiamo infatti ad apertura della «Meditazione breve circa il dire e il fare»19 - che ci rimanda all'altra, e più ampia Meditazione, quella milanese, matrice essenzi.;i.le ad ogni ermeneutica gaddiana. Lo aveva felicemente colto, del resto, Gian Carlo Roscioni nel suo bel libro La disarmonia prestabilita (1969); e più tardi (1974), lo stesso Roscioni lo ha potuto più ampiamente testimoniare curandone l'edizione. La macaronea si presenta dunque come «trasgressione» (su questo termine tornerò)- al codice della lingua in varia guisa canonizzato e utilizzato da chi possiede autorità e potere: «Dum... -cita Gadda dal Baldus del Folengo -Dum Pomponazzus legit ergo Perettus, et omnes Il Voltat Aristotelis magnas sotocora librazzos, Il Carmina Mer125

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