Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

Ed è, a mio avviso, proprio in quest'ultima «maniera» cui Gadda, nel prosieguo della sua scrittura, si guardò bene dal rinunziare, che sono da identificare quei momenti espressivi cui Contini, come si è visto, attribuisce, sia pure con la cautela di un «forse», il «livello più alto di Gadda». 4. Gadda e il macaronico Non sarebbe certo difficile, a questo punto, trascegliere negli scritti di Gadda, pagina dopo pagina, le rese di questo «più alto» livello, com'è d'uso - o forse era- nelle tradizionali antologie («fior da fiore») scolastiche. Ma sarebbe, ritengo, una procedura nettamente erronea-e che tradirebbe, del resto, banalmente, la stessa notazione continiana dalla quale abbiamo preso le mosse. Tanto più che è di nuovo a lui che occorrerà fare riferimento-insieme con Cesare Segre - per questo nuovo paragrafo del nostro rapido excursus, che si potrebbe anche intitolare «Gadda e il macaronico». È noto che si deve proprio a Contini, e sin dall'inizio, il rilevamento di questa essenziale componente della scrittura gaddiana; accettata, riconosciuta dallo stesso scrittore (si veda: «Fatto personale... o quasi», su «Il Mondo» del 25 aprile 1947 - e ora in/ viaggi e la morte)18 , sia pure con la riserva del rifiuto a che essa potesse divenire «la scheda della quale mi trovo oggi mai etichettato nel casellario dell'opinione, in misura troppo rudemente collocativa». Tra gli scritti e gli interventi sulla propria poetica- dei quali, per buona ventura di noi, suoi modesti esegetiegli non fu parco, questo «Fatto personale...» è da considerarsi a buon diritto - insieme a Come lavoro -quello che ci offre i lumi maggiori. La «macaronea», il «macaronico», vi è infatti duplicemente inteso, e trattato. Da un 124

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