Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

Terzo momento: Autoritratto come svelamento L'Aleramo che ha vissuto pensato e scritto senza inibizioni e divieti, stabilendo il più possibile una identificazione fra sembrare ed essere, rappresenta una pericolosa irritante forza eversiva. La sua coincidenza fra vita e scrittura ha reso quasi sempre improprie le armi della critica ufficiale. Anche l'attenzione delle donne che hanno decretato per la massima parte il successo delle sue opere è originata più che da una reale consapevolezza da una istintiva identificazione con l'universo aleramico. Questa inconsapevolezza è nata dai modelli di comportamento diversi che premevano dall'esterno, ma soprattutto dal pudore dietro il quale le donne si sono da sempre murate e più recentemente dall'adeguamento a modelli maschili che hanno impedito alla maggior parte di esse di indagare nella loro più intima essenza. Debbo a questo punto precisare che non ho partecipato alle lotte del femminismo, che pure ho seguito, avendo :raggiunto la mia consapevolezza per percorsi personali. Uno dei più importanti è stato certamente questo viaggio interno alla vita ed alle opere dell'Aleramo. Un viaggio interno che ha avuto per me il valore di un'analisi come già rivela il titolo del saggio da me scritto, Autoritratto (Il Ventaglio 1986), dove rompendo resistenze profonde ho cercato attraverso sei percorsi, adoperando parole dell'Aleramo e mie, di capire le mie coincidenze, e credo non solo mie, al di là dei singoli vissuti che, come nel mio caso, è un vissuto di segno assolutamente opposto a quello dell'Aleramo. Certamente l'Aleramo non è tutta in questo saggio, ma io ho preso quello che di lei mi serviva aggiungendo molte altre cose pensate da me. Credo che questo percorso sia molto simile al rapporto di transfert che si stabilisce con un analista, che in questo caso definirei un analista di carta. 110

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==