Il piccolo Hans - anno XV - n. 58 - estate 1988

grandi civiltà. Quale migliore occasione per mettere in atto questo progetto? Avevo già una grande consuetudine con la scrittrice, inoltre l'Aleramo aveva lasciato moltissime tracce di sé e di quanti aveva incrociato nella sua lunga complessissima vita. Con l'aiuto di Bruna Conti, che aveva ordinato ed inventariato il materiale e che in . un secondo momento lo collazionò e fornì di note, costruii Sibilla Aleramo e il suo tempo (Feltrinelli 1981) quella che considero, più che una biografia una macchina biografica. E mi spiego. Infatti in una sintesi che non costò poca fatica, sono state legate insieme da un sottile filo rosso lettere, fotografie, documenti, stralci di opere della scrittrice, pagine di taccuino, ritagli di giornali, testimonianze di interlocutori e partners a volte a lei decisamente ostili. Così aggredendo il personaggio da più parti ho cercato di avvicinarmi il più possibile alla sua verità biografica prendendone le distanze ed ingaggiando una sfida, non so fino a che punto vinta, con quanto Freud scriveva a A. Zweig, suo aspirante biografo il 31maggio 1906, frase che misi come epigrafe al libro: «Chi diventa biografo si impegna alla menzogna, all'occultamento, all'ipocrisia, ad abbellire le cose e persino a celare la propria incapacità a comprendere giacché non è possibile attingere alla verità biografica». Questa maniera di costruire una biografia, di cui francamente non so se l'Aleramo sarebbe stata soddisfatta, mette secondo me ogni lettore in grado di guardare con un occhio caldo (partecipe ed indulgente) ed un occhio freddo (analitico ed a volte ironico) non solo nel tessuto più intimo di una vita, ma anche in quello della vita tout court con le sue lacerazioni, contraddizioni, ripetizioni, il suo grottesco ed i suof drammi. Come ho già detto, è soprattutto questo secondo aspetto che ha legittimato ai miei occhi questo lavoro. 109

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