Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

NOTE 1 Vedi l'importanza della grande tradizione ebraica ed araba nella fondazione delle teorie della luce medievali. Cfr. il ricchissimo Hedwig, Sphaera lucis, «Beitrage zur Geschichte der Philosophie und Theologie des MittelAlters», nuova serie, XVIII, 1980. 2 Gargani A., Introduzione a Wittgenstein L., Osservazioni sui colori, Torino, Einaudi, 1981, p. VIII. 3 Ad-miratio è, come dice l'etimologia, un tendere che apre lo spazio dell'orientamento in cui si determina, ma con effetto di disagio (linguistico: nota l'impronta wittgensteiniana del «Propter admirari homines coeperunt philosophari»), tanto che può esser confuso con lo stupor - cfr. Tommaso, Summa Th., la 2ae, 41,4 ad 4 e 5; il concetto (che viene da Aristotele, Metafisica, I, 2, 982b, 12-22) è citato direttamente da Dante nella Quaestio, XX, e poi in Conv., II, XV; III, VI; III, XIV. 4 Par., II, 139-141. Per la tesi qui espressa da Beatrice, completata nell'ultima terzina del canto, cfr. anche Conv., III, IV e la corrispondenza con il Liber de Causis, prop. 4 e 8, ora edito in Tommaso Commento al "Libro delle cause", Milano, Rusconi, 1986, pp. 204-217 e 250-256; e Conv., III, II e VII, con Liber de Causis prop. 20, ed. cit. pp. 355-362. 5 Cfr. Par.; Il, 109-111: «così rimaso te ne l'intelletto/ voglio informar di luce sì vivace, / che ti tremolerà nel suo aspetto»; e Conv., IV, I, in fine. 6 Si ricordi Dragonetti R., Auctor, autor, actor, in «Il piccolo Hans» n. 22, pp. 168 sgg. 7 Si tratta della prop. 10 alle pp. 272-4 nell'ed. cit. 8 Vedi Proda, Elementi di Teologia, 29 e 34, in Proclo L.D., I Manuali, Milano, Rusconi, 1985, pp. 107 e 110. 9 Questo fenomeno è evidente, anche sperimentalmente, trattandosi di luce. 1° Cfr. Corti M., Dante a un nuovo crocevia, Firenze, Sansoni, 1982. 11 Per una considerazione semiologico-letteraria di queste convergenze e divergenze cfr. Corti, cit. 12 Hermann I. , Parallélismes, Paris, Denoel, 1980, in particolare il cap. I, IV, Le psychisme et l'espace, alle pp. 95-105; ma cfr. anche Marcsek-Klaniczay S., Lo spazio e la psiche (sulla base dell'opera di Hermann), in «Il piccolo Hans» n. 43/44, 1984. Per un'ipotesi che mette a confronto le varie forme di movimento «necessario» in Dante - le similitudini, le strutture dinamiche nello stile del poema, l'esilio, l'inversione di interpretazione ed esegesi stabilito dagli schiarimenti sui quali esso è costruito, la motivazione vitale dell'iperbato, il nascondersi di geometrie sensibili, la spinta dell'entusiasmo giovanile, il venir meno nel saluto, l'invito nel sorriso, l'esclusivismo, eretto contro la realtà, della giovanile «imaginazione d'amore» ec. - cfr. anche Hermann I. , L'istinto filiale, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1974, specialm. l'Appendice 1971. 1 3 E anche tutto l'amore, entusiasmo intellettuale, e con esso tutto il «sensuale» attribuito al signum, non va perduto, ma si moltiplica e risuona nel ritmo della versificazione, nella rima, che è il motore della Commedia e che ha un valore dinamico determinante, specialmente quando le parole chiave delle similitudini si trovano in rima, e la caratteristica di questa si appoggia al movimento di quelle. 1 4 Hermann I. , Parallélismes, cit., p. 104. Nello stesso contesto Hermann cita Wittgenstein: «Così Wittgenstein, il celebre logico, può dire che se il bene e il male cambiano il mondo, questo può riguardare solo i suoi limiti, e 93

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