Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

Le immagini della natura nel Settecento La natura è un continuum o una realtà discreta? Se è un continuum, quali sono i corpi intermedi fra il regno minerale e quello vegetale? e quali i corpi di passaggio dal regno vegetale a quello animale? Se è una realtà discreta, quante e quali soluzioni di continuità caratterizzano il suo dominio? e quale posto occupa (se può esservi inserito) l'uomo? O ancora, da un altro punto di vista: che tipo di «rapporti» e di affinità sussiste fra i corpi naturali? esso è tale, per esempio, che possiamo allinearli in una successione omogenea, oppure richiede che li raggruppiamo in insiemi distinti? Questi interrogativi si fanno particolarmente pressanti nel corso del Settecento e ricevono varie risposte, che le «immagini della natura» (un'espressione usata da vari scienziati) si incaricano di integrare, compendiare e, nei limiti del possibile, visualizzare. Un vecchio e radicato luogo comune vuole che le immagini della natura concepite nell'età moderna siano tutte riconducibili a un modello - la «scala» - che costituirebbe «la figura sacra del diciottesimo secolo» (Arthur O. Lovejoy). In realtà nel Settecento compaiono almeno tre diverse specie di immagini e il secolo può essere considerato l'epoca del superamento della scala, ovvero dell'affermazione delle sue alternative: la «mappa» e !'«albero». Per delinearne m,eglio i caratteri specifici e l'evoluzione, le tratterò separamente. 200

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