Il piccolo Hans - anno XV - n. 57 - primavera 1988

per il corridoio, per raggiungere una volta la stanza a sud, una volta la stanza a nord. Questo corridoio non era un corridoio qualsiasi, ma un corridoio un po' speciale, innanzi tutto c'erano lungo tutto esso tante finestre sia a destra che a sinistra e alle finestre c'erano dei vetri colorati, che impedivano di scorgere all'esterno, ma che a guardarli, erano pieni di scene e di immagini, che, quando l'uomo si muoveva per il corridoio, anche loro si muovevano e diventavano vere come un film. C'era, poi, per terra lungo tutto il corridoio, una striscia istoriata in tessuto, di quelle belle strisce di manifattura slava, che prima attraversavano le sale da trono o i pavimenti delle Chiese ed oggi invece abitano le case di una certa maniera. E su questa striscia istoriata c'erano immagini, che egli aveva piacere a percorrere coi suoi piedi due volte al giorno. Chi ha detto, infatti, che i piedi non hanno anche essi uno sguardo e non provano piacere a calpestare alcune immagini, più che altre? L'uomo percorreva il corridoio, per condurre cibo e piatti e stoviglie dalla camera sud alla camera nord, perché non amava mangiare alla camera sud e preferiva cucinare là, ma poi portava piatti e cibo e consumava il suo pasto nella camera nord, prima di addormentarsi del sonno notturno. Né sentiva egli il bisogno o il desiderio di altre stanze, altri luoghi o dell'intero mondo abitato, perché egli aveva i film dei vetri delle finestre e le immagini sulla striscia istoriata, che gli tenevano compagnia e che egli guardava con lo sguardo degli occhi ed anche con lo sguardo dei piedi. E lì egli viveva, né felice né contento. Viveva solamente. Matilde Tortora 111

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