Il piccolo Hans - anno XIV - n. 56 - inverno 1987

colazione della rappresentazione, già Schetter aveva rilevato l'attento e calibrato equilibrio con cui sono messe in , scena le due vicende parallele al centro dell'azione, quella di Astianatte e quella di Polìssena12 . Rifacendosi alle conclusioni di Schetter, Owen ha dimostrato come le diverse scene in cui si articola la prima parte della tragedia, quella in cui Ecuba dialoga con il coro (1-163) ed in cui poi interviene Andromaca (409), quella che vede intervenire prima Taltibio (163-302) e poi il primo coro (372402), e quella in cui si scontrano Pirro ed Agamennone (203-371), delineino tre sequenze temporali distinte e parallele, incastonandosi in una sorta di chiasmo, determinando una struttura temporale paratattica tipica del genere narrativo ma eversiva rispetto alla norma dell'unità che caratterizza la tragedia classica; con effetti, decisamente inaspettati, che potrebbero indurre ad attribuire a Seneca un'inedita vocazione sperimentalistica13 • Wilson, più recentemente, ha rilevato il complesso gioco di contrasti e di paralleli che forma la struttura della tragedia, gioco che rivela la riproduzione, sul piano della macrostruttura, di artifici retorici ben noti quali l'ossimoro, l'asindeto e l'ironia 14 (ma per la rete di parallelismi e di opposizioni il confronto andrà effettuato in relazione ai moduli espressivi prediletti dal Seneca prosatore, ed in particolare al suo procedere per anafore ed antitesi: ma sullo stile della prosa di Seneca cfr. il fondamentale lavoro di Traina)15 • Un approccio attento alla complessa architettura della tragedia senecana rivela chiaramente, mi pare, il senso degli scarti che ho segnalato fra le soluzioni di Seneca e quelle di Euripide. Nelle tre scene centrali della tragedia sono rappresentati tre confronti diretti che esauriscono tutte le possibili combinazioni di incontro fra vinti e vincitori, Pirro ed Agamennone, due vincitori, nel secondo atto (203-359); Andromaca ed Ulisse, un vinto ed un vincitore, nel terzo atto (524-813); Elena ed Andromaca, due 94

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